Una vita per la cultura, la cultura di una vita
“Io sono convinta”, spiega Diana Bracco, “che fare impresa significhi anche fare cultura e cioè, quando se ne ha la possibilità, non solo chiudere bene i conti aziendali ma anche lavorare per il territorio, per la propria comunità, per la crescita morale delle persone. L’impresa può e deve produrre bellezza”. E’ per questo che negli anni Bracco ha dato vita ad una serie impressionante di iniziative, prima come azienda poi, dal 2010, anche con la Fondazione Bracco, con progetti e interventi specifici che spaziano dalla pittura alla musica, dall’architettura al teatro. “Lavoriamo su tre macroaree: scienza, cultura e progetti sociali”, precisa la Presidente, che poi spiega: “Ripercorrendo con lo sguardo le nostre iniziative culturali di questi anni, ne ricordo con particolare piacere alcune. Come il restauro della Galleria Chigi nel Palazzo del Quirinale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, le mostre alla National Gallery di Washington per il sostegno e la valorizzazione dell’arte italiana all’estero, il supporto ormai decennale e multidisciplinare ai giovani talenti dell’Accademia Teatro alla Scala. Progetti di alta qualità, non semplici erogazioni in danaro, sviluppati in partnership prestigiose che hanno creato valore aggiunto culturale e scientifico. In questi anni, molte nostre iniziative culturali – dalla mostra su Giorgione a quella di Caravaggio – sono state all’insegna del binomio arte e scienza: le tecniche dell’imaging, infatti, permettono di svelare molti “segreti” delle opere d’arte (dipinti, strumenti musicali, ecc.), e per noi è stato naturale mettere a disposizione di curatori e restauratori le nostre competenze in questo campo”.
Testo rielaborato dal volume: Andrea Zaghi, La memoria e il futuro. Alle radici dell’innovazione nell’industria del terzo millennio, Luiss University Press, Roma, 2021.
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