Storie di Cultura

Il mecenate che salvò
l’arte Liberty dalla Guerra

Con la Mostra “Angiolo D’Andrea” Diana Bracco realizza uno dei desideri incompiuti di nonno Elio, capostipite della filantropia di famiglia
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Il “Camparino” è una vera istituzione milanese. Era il locale prediletto da Verdi e Toscanini di ritorno dalla Scala, da Dudovich e Carrà che vi facevano le ore piccole, da Re Umberto I, perché lì il caffè era il più buono della città. Inaugurato nel 1867 in contemporanea con la Galleria Vittorio Emanuele di cui costituisce una sorta di “porta d’ingresso” per chi vi entra da Piazza Duomo, il “Camparino” è ancora oggi un punto d’incontro pieno di fascino. Chi vi entra nota subito i raffinatissimi mosaici liberty che fanno ritrovare in quelle cascate di fiori e d’uccelli variopinti tutto il sapore di un’epoca che sopravvive, con tutto il suo incanto, nell’angolo più milanese di Milano. Quei mosaici sono opera di un pittore poco noto, ma che è stato un grande maestro del Simbolismo italiano: Angiolo D’Andrea.

Nato in Friuli, a Rauscedo, in provincia di Pordenone, il 24 agosto 1880, D’Andrea abitò e operò a Milano per gran parte della vita. E proprio a Milano, dove visse dal 1906 al 1941, ha realizzato alcuni interventi architettonici di pregio, lasciando una traccia importante in altri luoghi della città: il Palazzo Berri-Meregalli in via Cappuccini, il Salone dei Benefattori del nuovo Ospedale Maggiore di Niguarda. Nei primi anni del Novecento espose a Brera, alla Galleria Pesaro fino ad arrivare alla Biennale di Venezia.

Pordenone, 09/04/2014 - Galleria Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato - ANGIOLO D ANDREA - Sale Mostra - Foto Luca d'Agostino_Phocus Agency © 2014
Angiolo D'Andrea, "Autoritratto con tavolozza" (1900-1910) collezione privata

Elio Bracco, fondatore del Gruppo, conobbe di persona Angiolo D’Andrea a Milano, ne divenne amico e si appassionò alla sua arte. E così, alla morte dell’artista, nel 1942, salvò tutte le opere raccolte nello studio del pittore che rischiavano di finire disperse o distrutte durante i bombardamenti. Scriveva Elio Bracco il 12 settembre 1947 agli eredi del Maestro: “Tutti i quadri del povero Angiolo D’Andrea sono stati salvati e sono sempre in mio possesso. Mi riprometto il prossimo anno di fare una mostra postuma a Milano, perché è mio vivo desiderio che rifulga l’opera di questo grande maestro”.

Nei difficilissimi anni del Dopoguerra Elio Bracco dovette concentrarsi sulla ricostruzione dell’azienda, e quella mostra che aveva in animo di fare non fu mai organizzata. A distanza di 70 anni esatti dalla morte dell’Artista, e in concomitanza con l’85° anniversario della nascita del Gruppo Bracco, nel 2012 Diana Bracco volle esaudire il desiderio del nonno, e organizzò a Palazzo Morando a Milano la prima personale dedicata a D’Andrea, curata dal Professor Luciano Caramel. Il mecenatismo d’impresa è un fil rouge che tiene insieme tutte le generazioni della famiglia Bracco.

Il pittore Angiolo D’Andrea a Palazzo Morando: dopo 70 anni si realizza il sogno del mecenate Elio Bracco.
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I documenti e le immagini tratti dall’Archivio Storico Bracco
Angiolo D'Andrea, "Autoritratto con tavolozza" (1900-1910) collezione privata
Luciano Caramel, curatore della mostra "Angiolo D'Andrea 1880-1942", Milano, 2012
Diana Bracco alla mostra "Angiolo D'Andrea 1880-1942", Milano, 2012
Dettaglio di un pannello della mostra di Angiolo D'Andrea dedicato alla rivista "Arte italiana decorativa e industriale", 1900-1905
Elio Bracco a Roma nel 1958
Dettaglio delle decorazioni dei mosaici di Angiolo D'Andrea all'interno del locale "Camparino" in Galleria Vittorio Emanuele a Milano
Inaugurazione della mostra di Angiolo D'Andrea a Pordenone, 2014
Angiolo D'Andrea, Gratia plena (1920-1921) collezione privata
Ingresso della mostra "Angiolo D'Andrea 1880-1942" a Pordenone, 2014
Una delle sale della mostra "Angiolo D'Andrea 1880-1942" a Pordenone, 2014
Angiolo D'Andrea, Maternità (anni '20) collezione privata
Angiolo D'Andrea, Ulivo e Ulivi in Sicilia (1915-1918) collezione privata
Angiolo D'Andrea, Cattedrale di Castell'Arquato (1925) collezione privata; dettaglio del mosaico per il locale "Camparino" in Galleria Vittorio Emanuele a Milano
Lettera di Elio Bracco nella quale conferma di avere in possesso i quadri dell'artista Angiolo D'Andrea, Roma, 12 settembre 1947
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