
L’amore per la musica e per il Teatro alla Scala accompagna la famiglia Bracco sin dagli anni Cinquanta quando il giovane Fulvio ottenne, in modo un po’ rocambolesco, un posto di palco. All’epoca era difficilissimo ottenerlo. Un privilegio per pochi. Il caso volle che Evaristo Calvi, un industriale produttore di olio, lo invitò una volta nel suo palco e rimase colpito dal sincero amore per la musica di quel ragazzo originario di Neresine. E così quando il dottor Calvi dovette rinunciare ad andare alla Scala per ragioni di anzianità, regalò il suo preziosissimo posto di palco a Fulvio Bracco. Con questo vero colpo di fortuna comincia la lunga storia d’amore tra Bracco e il Teatro scaligero. Da allora il giovane Fulvio divenne un habitué, prima solo con sua moglie Anita, poi con le figlie Adriana, Gemma e Diana. Quest’ultima ha tanti ricordi della sua fanciullezza legati alla musica alla Scala, e si è sempre detta molto grata nei confronti dei suoi genitori perché è fermamente convinta che la sensibilità alla musica vada “educata” nei giovani sin da piccoli.
Questa passione familiare si è tradotta nelle tante iniziative di Bracco in campo musicale a favore dei talenti italiani: dalle borse di studio per giovani musicisti alle tante serate d’opera, fino alle grandi tournée della Filarmonica della Scala in Canada e Stati Uniti nel 2007, in Asia nel 2008 e il concerto all’Expo 2010 di Shanghai. I concerti promossi dal Gruppo Bracco dal 1986 al 1998 e negli anni più recenti dalla Fondazione Bracco sono oltre 500, di cui 30 alla sola Scala di Milano, con nomi eccezionali, da Lorin Maazel a Riccardo Chailly, da Claudio Abbado a Riccardo Muti.



Dal 2011 la Fondazione Bracco ha poi stretto un legame speciale con l’Accademia della Scala che rappresenta oggi un unicum nel panorama dell’alta formazione in Europa. Nel novembre 2021, grazie a Bracco, l’orchestra dell’Accademia si è esibita sul palcoscenico globale di Expo Dubai in occasione del National Day dell’Italia.
“Se hai un sogno portalo da noi”, recitava un bellissimo slogan della pubblicità dell’Accademia della Scala di qualche anno fa. I sogni dei ragazzi hanno un valore immenso, perché i giovani si nutrono di futuro. L’impegno, la fatica e lo studio sono il prezzo che i giovani devono pagare, ma sono anche le leve per realizzare tutte le loro aspirazioni. Come canta Marcello nel secondo atto di Bohème a proposito della gioventù, “O bella età d’inganni e d’utopie! Si crede, spera, e tutto bello appare!”. Quelle utopie sono sogni e andrebbero perseguite con tutta la forza e la convinzione di cui si è capaci.