“Allora, cosa mi dice?”. “Sì, ottimo, presidente, mi sembra veramente che abbiamo imboccato la strada giusta”. “Avanti, allora! Avanti!”. In questo dialogo tra Fulvio Bracco, figlio del fondatore Elio, e il professor Ernst Felder, chimico e capo della ricerca Bracco, c’è tutta la passione per l’innovazione e la scoperta che hanno fatto del Gruppo italiano un leader mondiale nel campo dei mezzi di contrasto per la diagnostica medica.
Nella storia dello sviluppo dei mezzi di contrasto un grande contributo è venuto dal legame virtuoso tra queste due grandi figure di imprenditore e scienziato, che insieme hanno scritto una pagina importante di questa disciplina così essenziale per la prevenzione e per la salute delle persone. “Ho sempre avuto una grande ammirazione per Felder, per il suo genio di chimico”, scriveva Fulvio Bracco nel suo libro di memorie, “e nutro per lui un profondo affetto, cresciuto nei tanti anni di impegno che ci hanno uniti. È stato uno straordinario collaboratore, un fedele amico. In azienda ho sempre avuto con me bravissime persone, non so se fortunato o se capace di scegliere i collaboratori. A tutti quelli che mi sono stati vicini ho sempre voluto bene”.
Siamo negli anni Sessanta, e i nuovi laboratori di ricerca sono gestiti da Ernst Felder. Dopo anni e anni di studi, riunioni mensili, scelte di politica aziendale, nei primi anni Settanta i ricercatori Bracco creano il primo mezzo di contrasto, che il loro capitano d’impresa, il Cavaliere del Lavoro Fulvio, inseguiva da tempo: lo Iopamidolo (B 15000). Il successo è immediato, bisogna aumentare la produzione in tempi velocissimi. La decisione è presa: si lavora per tre mesi, 24 ore su 24, otto ore a turno, domeniche incluse. L’invenzione del professor Felder e di Fulvio Bracco è un vero “breakthrough” e diventa lo standard internazionale, il prodotto di riferimento. Un caso di successo del Made in Italy, in un settore tecnologicamente avanzatissimo come quello delle Life Sciences: un vero orgoglio per un’azienda familiare del nostro Paese. Da quel momento la ricerca e la crescita del Gruppo non si sono mai fermate: “Avanti, allora! Avanti!”.