La storia di Bracco è legata a doppio filo con quella della chimica italiana e delle sue applicazioni che hanno scandito l’evoluzione della scienza medica nel nostro Paese. Ma c’è un luogo speciale di questa “storia d’amore” tra Bracco e la chimica: la città di Pavia. Nella Facoltà di Chimica dell’Ateneo Pavese, una delle sedi più antiche d’Italia, si sono laureati nel 1935 Fulvio e nel 1965 sua figlia Diana, che all’epoca fu tra le poche donne a laurearsi in una materia prettamente maschile.
Ma questo non è solo il racconto di una tradizione familiare e di studio: è anche una sorprendente storia d’amore. Il corso di chimica dell’Ateneo Pavese, infatti, è stato galeotto per entrambi: sia Fulvio che Diana hanno conosciuto il loro futuro coniuge durante gli anni trascorsi in quella splendida città universitaria.
Il racconto di Fulvio Bracco è particolarmente romantico. Come lui stesso ricorda nel suo libro di memorie, infatti, è sull’accelerato Milano-Pavia che conosce Anita Coppini, che molti anni dopo diventerà sua moglie. Anche lei era studentessa di Chimica nello stesso corso di laurea (una vera antesignana “STEM” degli anni Trenta).
Lui viaggiava in 3a classe, lei in 2a. Ascoltiamo la viva voce del protagonista: “Era la più bella ragazza dell’università. Facendo finta di nulla, io stavo in piedi nel corridoio della carrozza di 2a per poterla vedere. Poi, facendo laboratorio di chimica organica all’università – si entrava alle ore 9 e si usciva alle 13 – lei, alcune volte, mi ha chiesto un consiglio, un aiuto, su qualche suo problema. Il mio desiderio, ogni mattina, era di incontrarla in treno; non sapevo se lei condividesse questo mio sentimento – in seguito mi ha detto di sì”.
Quanto a Diana, dopo aver conosciuto il marito Roberto de Silva e ottenuto la laurea, ha mantenuto negli anni un rapporto privilegiato con Pavia: ricevendo prima, nel 2002, la Laurea Honoris Causa in Farmacia, e poi, nel 2012, il Gran Pavese, un’onorificenza prestigiosa.